Dal Pakistan agli Usa: lo studio rende liberi

di Angela Napoletano. Avvenire.

Varsha Thebo oggi 29enne, dieci anni fa ha lasciato il suo Paese, dove non poteva andare a scuola, e oggi lavora alla Banca Mondiale di Washington.

Varsha Thebo è una donna adulta. Compirà 29 anni il prossimo 4 settembre. Il suo sguardo sul mondo è però fresco come quello di una teenager. Cresciuta in un piccolo villaggio del Pakistan, Sindh, è rinata dieci anni fa quando, poco più che diciannovenne, ha visto diventare realtà un sogno: volare negli Stati Uniti e andare a scuola. È cominciata così l’avventura che, l’anno scorso, l’ha portata (virtualmente) fino a ‘Economy of Francesco’, il laboratorio internazionale sollecitato da Papa Francesco per un’economia più ‘sostenibile, inclusiva e attenta agli ultimi’.

«È stata un’esperienza sorprendente», racconta dalla sua stanza a Washington. «Mi ha insegnato che le differenze culturali non incidono poi così tanto sulla percezione dei problemi e delle opportunità». L’iniquità, sintetizza, è ingombrante agli occhi di una statunitense come a quelli di una pachistana. La familiarità di Varsha con l’ingiustizia affonda le radici negli anni trascorsi a Sindh, comunità islamica di pastori e agricoltori a nord di Karachi, provincia tra le più povere del Paese. «Essendo donna – ricorda – non potevo andare a scuola. Dovevo restare a casa a occuparmi di mio padre e mio fratello, imparare a diventare la brava moglie dell’uomo, mio cugino, a cui ero stata promessa. Servire, nient’altro».

La sua fortuna è stata imparare a leggere il Corano in Urdu, la lingua nazionale talvolta sconosciuta nelle zone rurali più remote, che le ha dato le basi per avvicinarsi all’inglese, da sola, sillaba dopo sillaba, spulciando i manuali, ‘libri per uomini’, sottratti ai cugini.

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