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Difendere la terra, rigenerare speranza
di Luca Iacovone
pubblicato su Avvenire il 1/10/2025

Quando Wendy Omanga si tuffa con il kayak tra le rapide del fiume Sagana, in Kenya, non lo fa solo per sport. Con Rafting 4 Climate, ha trasformato la discesa fluviale in un’esperienza educativa: studenti, attivisti e comunità locali si incontrano sul fiume per parlare di giustizia climatica, ripulire le sponde.
“Attraverso la nostra esperienza sul fiume – racconta – ci riconnettiamo con il territorio. Comprendiamo il valore dell’acqua, la responsabilità che abbiamo verso la terra”.
Wendy è un’ex studentessa in comunicazione ambientale dell’Università di Nairobi ed è stata nominata nel programma “25 Under 25 Climate Change Makers” della African Union Youth Envoy. Per lei, rigenerare l’ambiente non è solo un obiettivo ecologico, ma un atto culturale e comunitario.
E la rigenerazione non riguarda solo luoghi fisici, è anche un nuovo modo di misurare il nostro impatto. Lo ha capito Erika Rumiche, giovane ingegnera forestale peruviana, formatasi alla Universidad Nacional Agraria La Molina, che ha ideato Forest Friends, un’app che consente a chiunque di calcolare la propria impronta ecologica e contribuire al ripristino delle foreste.
“Non è solo un calcolatore: è un ponte”, dice Erika. Una tecnologia semplice, pensata per coinvolgere studenti, famiglie e comunità locali in azioni concrete di riforestazione.
E anche per educare: Erika lavora nelle scuole, promuovendo consapevolezza ambientale e incoraggiando comportamenti sostenibili tra le giovani generazioni.
Il progetto prevede anche la compensazione delle emissioni tramite piantumazioni, realizzate con la collaborazione di ONG locali. Dal Perù al Kenya, emerge una stessa visione: la rigenerazione è collettiva, e ogni passo verso il cambiamento può essere un gesto educativo.



Anche Joshua Okorie, in Nigeria, parte da qui: dai territori, dalle persone, dalla biodiversità. Le sue Biodiversity Islands nascono nei luoghi colpiti dalla deforestazione e combinano tutela ambientale e innovazione.
“Ogni isola di biodiversità è un piccolo Giubileo per la terra: un segno che un’altra economia è già in cammino”.
Joshua è fondatore del progetto BIG – Biodiversity Inclusion Growth, che mira a ripristinare habitat distrutti e a generare valore attraverso forme di economia circolare. Ha integrato nel progetto una piattaforma blockchain per certificare le azioni di rigenerazione, rendere i dati trasparenti e incentivare il coinvolgimento delle comunità. L’obiettivo è costruire un sistema che premi chi si prende cura della natura, trasformando la biodiversità in bene comune e risorsa condivisa.
Dagli Stati Uniti, Donni Wang propone uno sguardo inedito: ispirarsi alla sezione aurea per ridefinire i rapporti economici. Nella sua Golden Ratio Economy, armonia e proporzione guidano il bilanciamento tra “potere, ricchezza, libertà e amore”.
“La sezione aurea esiste in natura, nel corpo umano, nella musica. Perché non anche nell’economia?” chiede Donni.
Con una formazione che unisce filosofia, teologia ed economia (ha studiato a Princeton e Yale), Donni esplora le radici spirituali del pensiero economico e propone una nuova estetica del valore. Il suo lavoro invita a riscoprire i linguaggi della bellezza e della proporzione come guida per un’economia più umana.
Restituire tempo alla terra, e occhi alla speranza, è questo il filo che lega le storie di Wendy, Erika, Joshua e Donni: azioni locali capaci di sfidare l’inerzia del presente.

Non parlano di transizione, ma di trasformazione, non bastano nuove tecnologie, serve un nuovo sguardo. Non basta proteggere, serve rigenerare territori, relazioni, linguaggi.
In Kenya come in Perù, in Nigeria come negli Stati Uniti, una nuova generazione sta tracciando mappe inedite per abitare il tempo del Giubileo: dare respiro alla terra, restituire equilibrio, cambiare il modo in cui misuriamo valore.
Il loro cammino li porterà a Castel Gandolfo, dal 28 al 30 novembre, per Restarting the Economy, l’incontro globale promosso da The Economy of Francesco. Lì, insieme a centinaia di giovani da tutto il mondo, continueranno a intrecciare sogni e progetti. Perché un’altra economia non è solo pensabile. È già in cammino.
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