Superare la tensione tra profitto e scopo: un Framework Integrato tra Economia Aziendale, Economia Civile e Dottrina Sociale della Chiesa

by Martina Tafuro, Leonardo Laterza, Antonio D’Alessio
pubblicato su ImpresaProgetto – Electronic Journal of Management, n.2, 2024

Abstract

L’articolo affronta la tensione tra profitto e scopo delle imprese, proponendo un framework integrato tra Economia Aziendale (EA), Economia Civile (EC) e Dottrina Sociale della Chiesa (DSC). Le crisi attuali derivano da una visione distorta del ruolo dell’impresa, che ha portato alla massimizzazione del profitto a discapito del bene comune. Gli autori esaminano come EA veda il profitto come condizione necessaria ma non sufficiente, richiamando alla necessità di ottenere un profitto “ragionevole”. D’altra parte, la DSC considera il profitto come una funzione economica primaria ma non come fine ultimo, enfatizzando il bene comune. Integrando queste prospettive con l’EC, che promuove un approccio cooperativo e relazionale, il lavoro propone un modello di impresa che bilancia profitto e scopo, migliorando il benessere umano. Questo studio teorico offre una base per future ricerche empiriche e suggerisce un cambiamento nelle pratiche di governance aziendale verso una maggiore responsabilità sociale.

1. Introduzione

Le crisi interconnesse che stiamo vivendo hanno le loro radici più profonde in una comprensione distorta dello scopo dell’impresa (Cavalieri, 2009) che si manifesta in comportamenti aziendali guidati dall’interesse personale e dalla massimizzazione del profitto (Zamagni, 2010). In risposta a queste crisi, si riconosce sempre più la necessità per le imprese di riesaminare il proprio ruolo nella società (Mayer, 2023) e di bilanciare il profitto con lo scopo (Lankoski & Smith, 2018). La tensione tra scopo e profitto è un argomento ampiamente trattato in letteratura. Alcuni studiosi hanno considerato la massimizzazione del rendimento degli azionisti, ossia il profitto, come lo scopo dell’impresa (Berle, 1991; Friedman, 2007; M. Jensen, 2001; M. C. Jensen & Meckling, 1979). Altri lo hanno identificato nella soddisfazione degli interessi e delle aspettative di tutti gli stakeholder (Freeman, 1984; Morrison & Mota, 2023).
Offrendo una prospettiva alternativa, gli studiosi di Economia Aziendale (EA) intendono il profitto come una condizione necessaria ma non sufficiente per il fine ultimo dell’impresa

(Amaduzzi, 1969; Masini, 1974; Onida, 1971). Secondo Zappa (1956), le imprese, nello svolgimento della loro attività economica, non dovrebbero mirare alla massimizzazione del profitto, ma all’ottenimento di un profitto “ragionevole”. Questa prospettiva sembra dialogare potenzialmente con la letteratura della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), secondo la quale il profitto non è uno scopo ma una funzione economica primaria (Abela, 2001; Adaui & Mion, 2016; Argandoña, 1998; Costa & Ramus, 2012). Le due prospettive, sebbene condividano la visione teorica sul ruolo del profitto, si distinguono per il focus di analisi. Infatti, l’EA indaga l’oggetto economico, ossia “le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende” (Zappa, 1956, p. 30). La DSC approfondisce la dimensione soggettiva dell’impresa, relativa alla persona umana, soffermandosi sul bene comune come fine ultimo (Melé, 2012; Sison & Fontrodona, 2013). Tuttavia, pur non esplorandolo nel dettaglio, diversi studiosi di EA hanno individuato nel bene comune lo scopo dell’impresa (Costa & Ramus, 2012; Masini, 1971, 1974; Onida, 1971; Signori & Rusconi, 2009). Dunque, l’impresa è vista come un istituto economico e sociale, la cui attività è orientata al bene comune e all’aumento del benessere umano (Coronella et al., 2018). In letteratura sono presenti vari studi che indagano la relazione tra EA e DSC, sottolineando il potenziale di collaborazione nella promozione del bene comune e di pratiche aziendali etiche (Caldarelli et al., 2011; Costa & Ramus, 2012; Di Carlo, 2017). I diversi scandali aziendali (Melis, 2012; Soltani, 2014; Sorensen & Miller, 2017) e le crisi multiple del nostro tempo (Mayer, 2023; Cucino et al., 2024) testimoniano che la tensione al bene comune, seppur teoricamente strutturata non trova corrispondenza nelle pratiche d’impresa. La causa potrebbe essere un agire di impresa ispirato da un paradigma economico che vede l’impresa come una “scatola nera” che massimizza il profitto (Coase, 1937; Friedman, 2007; M. Jensen, 2001), trascurando l’etica e il bene comune. Emerge dunque un’incompatibilità tra il paradigma economico di stampo neoclassico e le prospettive di EA e DSC, ovvero tra la massimizzazione del profitto e la promozione del bene comune.
Allo scopo di sanare il divario tra la teoria e la pratica dell’EC, che rende il paradigma neoclassico preponderante, il presente lavoro di ricerca si propone di leggere entrambe le prospettive alla luce del paradigma economico alternativo dell’Economia Civile (EC), fatto risalire ad Antonio Genovesi. La letteratura non sembra esplorare la relazione tra EC, EA e DSC. In primo luogo, vi sono pochi contributi che indagano il rapporto tra EC e DSC, nonostante i punti di somiglianza (Milbank & Pabst, 2016). Lo studio della natura dell’impresa non risulta essere stata studiata alla luce di questo rapporto (Santori, 2022). Allo stesso modo, sembra poco esplorata la relazione tra EC e EA, sebbene vi sia spazio per programmi di ricerca congiunti (Ruffini, 2011).

Dunque, il presente lavoro teorico-concettuale, proponendo un framework unitario che metta in relazione tutte le dottrine considerate, tenta di perseguire tre finalità:

  • leggere e comprendere l’EA e la DSC alla luce di un paradigma economico coerente con i loro principi di base, ossia l’EC;
  • offrire all’economia civile un corpus sistematico, rappresentato dall’EA, per rafforzare la visione di “impresa civile” (Bruni, 2010);
  • recuperare il divario tra teoria e pratica dell’EA, offrendole il senso del reale agire dell’impresa attraverso l’EC.

Il lavoro è strutturato come segue. La sezione 2 presenta una rassegna della letteratura di EA sul concetto di impresa come istituto, discutendo la tensione tra scopo e profitto e la distinzione tra scopo e oggetto economico. La sezione 3 integra le prospettive tra EA e DSC con l’EC, offrendo un quadro di riferimento unitario. Infine, la sezione 4 conclude con le implicazioni teoriche e pratiche, i limiti dello studio e suggerimenti per future ricerche. (…)

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Nella foto sopra, Martina Tafuro presenta la ricerca durante la visita del gruppo della EoF Summer School 2024 all’azienda Aboca

Antonio D’Alessio, Dottorando di ricerca presso Università degli Studi di Napoli “Parthenope”; email: [email protected]

Leonardo Laterza, Dottorando di ricerca presso Università LUMSA; e-mail: [email protected]

Martina Tafuro, Dottoranda di ricerca presso Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; e-mail: [email protected]