The Economics of Francesco fra il già e il non ancora

di Paolo Santori

Come si trasformano le università in ‘cantieri di speranza’?

Come si fa ri-animare la scienza economica, complice, specchio, e a volte vittima, di un sistema che scarta e spreca, al fine di rigenerare l’economia tutta? Quando Papa Francesco invitò le giovani economiste ed i giovani economisti di tutto il mondo ad Assisi per The Economy of Francesco, e quando li mise accanto ai loro coetanei che nelle imprese e nella società civile vivevano già dentro cantieri di speranza tangibile contrassegnati dal cartello ‘lavori in corso’, intuì qualcosa di importante. L’Economy (pratica economica) di Francesco aveva bisogno di una Economics (sapere economico) di Francesco che fosse alla sua altezza. Guardando indietro le fonti di ispirazione non mancavano. Nella terza colonna che con il Papa e i giovani regge l’Economia of Francesco, cioè nella storia di San Francesco e dell’ordine francescano, troviamo istituzioni economiche come i Monti di Pietà ‘sorelle’ di riflessioni sull’interesse, l’usura, il prezzo dei beni. Teoria e prassi camminano insieme, e qualche volta si guardano in viso sperando di riconoscersi.

The Economy of Francesco è, oggi, ad una tappa importante: il secondo evento internazionale, sempre ad Assisi, nella suggestiva cornice del monte Frumentario, trasmesso in tutto il mondo in concomitanza con tanti eventi nazionali. Nel programma una tavola rotonda dal nome interessante: ‘The Economics of Francesco between the already and the not yet’ (The Economics of Francesco tra il già e il non ancora). Tra gli ospiti Jeffrey Sachs, economista della Columbia University, pioniere del tema dello sviluppo sostenibile, ed Helen Alford, vice decano della facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università San Tommaso di Roma. Alla tavola rotonda di The Economy of Francesco, quattro giovani economiste con le loro idee e i loro progetti: Julia, Mariana, Marta e Valentina, a presentare le loro ricerche, quelle avviate (il già) e quelle che ancora sono ‘domande di ricerca’ (il non ancora). Jeffrey Sachs e Helen Alford hanno commentato quanto detto dalle economiste di Francesco, così come il Papa aveva chiesto all’inizio: c’è un pensiero dei giovani sull’economia, ascoltiamolo!

Chi scrive ha moderato la tavola rotonda e vuole offrire ai lettori una sintesi delle ricerche presentate. Due progetti, quelli di Mariana Reis Maria e Julia Wdowin, sono ancora a livello delle domande di ricerca. Mariana si interroga sulle politiche economiche per favorire la transizione ecologica nel settore energetico come la carbon tax o i sussidi indiretti di una banca statale d’investimento. Attenzione, ci dice Mariana, che i costi di queste politiche non ricadano sugli strati più vulnerabili della nostra società – il grido della terra non si sente se si ignora quello dei poveri. Julia ha in mente un’economia con la persona al centro ma, da economista, vuole tradurre questa intuizione in un indice di misurazione dello sviluppo umano. Non è accettabile oggi rifarsi al PIL che ha al suo interno i proventi, ad esempio, dell’industria delle armi e dell’azzardo. Occorre un indice nuovo, complesso, costruito in un processo partecipativo tra esperti e cittadini.

Marta Bicho e Valentina Rotondi guardano al mondo dell’impresa e del mercato. Marta ci propone un articolo (in via di pubblicazione in una rivista scientifica) nel quale, con metodologie qualitative e quantitative, indaga la nozione di ‘successo’ nelle imprese sociali. Marta e la sua coautrice Ema Carvalho argomentano che è la sostenibilità finanziaria ad interessare alle imprenditrici sociali, cioè il poter raggiungere i propri scopi sociali pur rimanendo competitive nel mercato. Valentina, infine, ci racconta che prendersi cura fa bene all’economia perché sviluppa virtù (sociali) necessarie per il buon funzionamento del sistema economico (es: ci rende piu prosociali, empatici e produttivi cambiando il nostro cervello). Come ‘palestra naturale di cura’ parlerà della transizione alla genitorialità, mostrerà le sue implicazioni in termini di struttura celebrale (impatto dell’ossitocina sull’amigdala) e che queste aree del cervello sono quelle che si attivano quando i soggetti sperimentali mostrano altruismo nelle scelte di mercato relative ai beni pubblici.

Il cantiere è aperto e tanti sono già al lavoro!

Paolo Santori è docente di filosofia ed economia all’Università di Tilburg (Olanda-Paesi Bassi)