Vandana Shiva: il mantra per il futuro è l’affermazione di San Francesco: “È solo nel donare che si riceve”
Vandana Shiva è una studiosa e attivista ambientale, membro del Forum internazionale sulla globalizzazione (India) e membro dell’Organizzazione Internazionale per una Società Partecipativa (IOPS).
Ci raggiungerà per il prossimo evento globale EoF e, mentre siamo in cammino verso Assisi, abbiamo voluto intervistarla, al fine di approfondire alcuni argomenti importanti. Quindi, parliamo di ecologia, economia e ambiente con Vandana Shiva.
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- Di fronte alla crisi ecologica e alla crisi delle disuguaglianze sociali ed economiche, come vede Lei il movimento The Economy of Francesco e quale ruolo esso può svolgere?
Innanzitutto, non vedo la crisi ecologica come diversa dalle crisi sociale ed economica. Esse sono semplicemente le due facce; dipende da quale parte si guarda. Quando si guarda a ciò che sta accadendo alla Terra, si vede la crisi ecologica, ma quando si guarda dal punto di vista delle persone che abitano la Terra, si vedono le crisi sociale ed economica. Ma a meno che non si vedano le due facce, non si troverà mai la vera via d’uscita da queste crisi. Gli stessi schemi ripetuti causano le crisi.
Il primo schema è quello dell’arricchimento. Arricchirsi non è la vera economia; è soltanto un elemento tra le attività di alcune persone. La maggior parte delle persone fa tutto ciò che fa non per soldi e non a causa dei soldi ma per ragioni più alte. Il denaro potrebbe essere un mezzo, per pagare uno stipendio, per esempio, ma il lavoro appartiene a un ordine superiore. Come si definisce l’economia oggi? È l’arte di fare soldi da parte di pochi miliardari che ora controllano il 40% della ricchezza del mondo in nome della creazione di ricchezza.
In che modo gli insegnamenti di San Francesco correggono questo errore, fermando la minaccia e creando una nuova economia? In primo luogo, aiutandoci a renderci conto, consapevoli che siamo parte della Terra, che gli altri esseri sono fratelli e sorelle, e poi, a vedere non solo la crisi economica, ma anche le profonde disuguaglianze sociali ed economiche. Questa situazione è dovuta al fatto che i doni della Terra sono stati espropriati. Quattro reti multinazionali intendono controllare i mari, le multinazionali vogliono controllare il cibo! Questo non è giusto per la Terra e non è giusto per chi la abita. Quando ci rendiamo conto che la Terra è la nostra famiglia, – e questo è un insegnamento di San Francesco – ci rendiamo conto che non possiamo possederla! Ciò che unisce la famiglia è donare amore, quindi invece di massimizzare il guadagno, invece di far soldi, se si guarda alla Terra come una famiglia, si accresce l’amore! Arricchirsi vuol dire estrarre, prendersi cura vuol dire donare!
Ed è per questo che per me il “mantra” più importante, come lo chiamiamo in India, il “mantra” più importante per il futuro è la semplice affermazione di San Francesco: “È solo nel donare che si riceve”.
La EoF School di quest’anno è stata dedicata specificamente alle piante e a ciò che hanno da insegnarci, per un cambio di paradigma: perché così come le piante sono ancorate alla terra, anche noi siamo strettamente legati a questo pianeta; non abbiamo un pianeta B. Siamo consapevoli della conoscenza e della passione che Lei ha per le foreste. Cosa pensa che le foreste possano insegnarci per avere una economia migliore?
Le piante e le foreste devono essere le maestre del futuro. Lo sono state fin dagli anni ’70. Le piante ci insegnano: è nel dare che si riceve. Ma ci sono altri sistemi che le piante ci insegnano. Tutta l’infrastruttura che abbiamo costruito è una fuga dai luoghi cui apparteniamo! La mobilità è stata vista come una virtù per la quale le comunità devono essere sacrificate.
Le piante ci insegnano tre cose che sono molto importanti per il nostro futuro. Ci insegnano l’appartenenza, l’essere radicati, l’avere radici che l’umanità ha bisogno di recuperare, il diritto al radicamento e all’appartenenza. La seconda cosa che le piante ci insegnano è la simbiosi. Tu dai al terreno e poi dal terreno spuntano i frutti! Le piante ci insegnano una economia di mutualità e di simbiosi! E la terza cosa che le piante ci danno è l’abbondanza. Una carota (un seme) produce 5000 carote. 1 pomodoro, ne dà 1500. Questo è il livello di abbondanza al quale ci portano le piante: un piccolo seme che continua a crescere e nutrire per tutta la vita. Quel tipo di economia dell’abbondanza –come le piante ci danno in abbondanza – in un sistema immobile di stato, che non è statica, che è estremamente dinamica ed evolutiva.
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- Quale potrebbe essere il ruolo delle donne in questa transizione economica, in questo cambiamento in cui siamo protagoniste?
Come sa, non ho mai proposto l’ecofemminismo, ho solo capito che ci è stata detta una grande bugia. Cioè, che la natura è morta e che le donne sono passive, quando invece la Natura ha creato tutte le risorse della Terra, e le donne sono le produttrici più rilevanti, prendendosi cura del cibo, dell’acqua e dei malati. E questa è l’economia della cura. Non vuol dire che le donne ricopriranno un ruolo nuovo, proprio come le piante sono state maestre in questa transizione, le donne devono essere le maestre nella transizione dall’avidità alla cura. È nel mettere al centro l’economia della cura che il ruolo della leadership femminile diventa vitale. L’industrialismo ha creato persone unidimensionali e dobbiamo aprirci per diventare persone multidimensionali.
L’avidità ha creato la dinamica del “cosa posso prendere, cosa posso afferrare, quanto posso ottenere da cosa”. Le donne ci hanno dimostrato che prendersi cura degli altri è importante. Tutti noi dobbiamo essere madri con tutta la vita sulla Terra, e la maternità è attività di cura.
La cura è l’atto più creativo, e la più preziosa creazione, perché dà valore alla vita.
Nell’Economy of Francesco, noi crediamo che l’economia debba passare dall’interesse personale (avidità) all’amor proprio e all’amore per gli altri. Tuttavia, questo non è sempre facile in un mondo capitalista. Nella sua esperienza, quali potrebbero essere i modi concreti per raggiungere questo obiettivo?
Penso che prima di tutto, l’economia dell’avidità si basi su una natura morta. Ma tutte le nuove scienze sono scienze generative, di vita. Quindi la prima cosa è che dobbiamo passare dal paradigma della morte a quello di una Terra vivente, a far parte di una Terra vivente.
La seconda riguarda le misure che usiamo per far sembrare qualcosa scientifico. Quindi fondamentalmente tutte queste misure di estrazione stanno creando un sistema che sostenta la vita con una merce di morte che genera profitto. Ma questo sta portando al livello successivo con una nuova ‘finanziarizzazione’ della natura, in cui tutta la natura dovrebbe essere di proprietà di qualcuno. Ma se qualcuno se ne impossessa, allora gli altri non possono accedervi e ciò significherebbe un nuovo livello di espropriazione. Ora, quello che ci hanno insegnato come misure, sono misure di estrazione. Il benessere dipende da quanto sei sano, da quante volte puoi sorridere felicemente, da quanto sereni sono i tuoi figli … Questi sono indicatori molto chiari della vita. Dobbiamo iniziare a misurare in modi nuovi perché guardiamo in modi nuovi. Quindi, per prima cosa: la Terra è un essere vivente. Secondo: la misura dell’estrazione non è una misura della vita.
Vorrebbe lasciare un messaggio ai giovani che si stanno preparando per l’incontro di Assisi?
Celebrate la vostra vita su un generoso pianeta vivente! Non fatevi sopraffare dal ronzio che l’avidità ha causato. Iniziate a pensare al mondo creativo in cui coinvolgervi, al lavoro creativo per la Terra, per una comunità più ampia. La cura della terra, la cura della comunità e la vostra cura sono la stessa, unica cura. La cura è indivisibile, l’abbondanza è indivisibile, e questo è il mondo della creazione di una nuova economia dell’abbondanza, dove non c’è nessun disoccupato, perché la Terra crea lavoro per voi! E questo è il mondo del benessere che dobbiamo creare insieme.