
L’impegno dei giovani EoF per ricostruire un’economia radicata nella pace
Noi giovani economisti, imprenditori, change makers del mondo, chiamati a dare un’anima all’economia, diciamo: Basta! Fermate la guerra, deponete le armi, riprendete la via del dialogo.
Con il cuore profondamente addolorato per la crisi russo-ucraina, chiediamo l’impegno di tutti perché si avvicini il tempo profetizzato da Isaia: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Is 2, 4).
Noi giovani non tolleriamo più che si sottraggono risorse alla scuola, alla sanità, al nostro presente e futuro per costruire armi e per alimentare le guerre necessarie a venderle.
Vorremmo raccontare ai nostri figli che il mondo in guerra è finito per sempre.
Per questa ragione, condividiamo le parole di Papa Francesco: “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male” (Fratelli Tutti, 261).
Inoltre, esprimiamo la nostra solidarietà a tutti coloro che cercano di combattere contro le violazioni dei diritti umani, la repressione e la violenza. In particolare, con coloro che in Iran e in Afghanistan stanno protestando contro i crimini e gli abusi che colpiscono soprattutto le donne. The Economy of Francesco sta facendo ciò che le persone a cui è dedicato l’evento hanno chiesto: “fate sentire la nostra voce, non dimenticateci”.
Per questo dal dicembre 2022 abbiamo iniziato con una serie di maratone di lettura che riportano le storie del libro Mille e una notte. Il dispositivo narrativo di questo libro ci ricorda che la narrazione è anche un luogo dove andare per cercare di sconfiggere la morte: un segno per celebrare e difendere il valore delle parole e la loro capacità generativa di salvezza, il diritto fondamentale di esprimersi, di protestare, di difendere e lottare per la vita, i diritti e la libertà. Che siano le donne e i giovani a generare le prime parole necessarie al nuovo mondo che deve nascere.